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Cosa ci insegna un infortunio. - What injuries can teach us.

  • Immagine del redattore: Linda Yoga Teacher
    Linda Yoga Teacher
  • 23 feb 2017
  • Tempo di lettura: 3 min

Questa settimana ho subito le conseguenze di un affaticamento muscolare, dovuto probabilmente ad una pratica troppo intensa su alcune posizioni che sto studiando in questi giorni, molto impegnative, per le quali probabilmente il mio corpo non è ancora pronto.

Sono improvvisamente comparsi doloretti diffusi nei dintorni delle articolazioni di ginocchia e bacino, e diverse piccole lievi contratture muscolari diffuse, il modo in cui il mio corpo mi diceva "hai esagerato". Nonostante il mio ego ferito vivesse come un affronto questa reazione fisica ad un eccesso di lavoro, dentro di me sapevo che l'unica soluzione era (come infatti è stato) la famigerata parola con la R.

Riposo.

O meglio, riposo fisico.

Vale a dire che la mia pratica di questa settimana si è ridotta all'osso, quindi meditazione, pranayama, pochissimi asana selezionati dopo un profondo riscaldamento, fino alla completa sparizione di tutti i doloretti.

Credo che negli infortuni ci sia un grandissimo insegnamento.

Un infortunio che ci costringe al riposo ci insegna che non siamo perfetti, che non siamo invulnerabili, che il detto sportivo "no pain no gain (niente dolore niente risultato)" è una colossale idiozia.

Non spingiamo mai il nostro corpo al limite del dolore, nonostante alcuni trainers (ahimè anche alcuni insegnanti di certi stili di yoga), ci dicano che spingere nonostante il dolore sia l'unico modo per ottenere il risultato - non è così.

Il risultato (ammesso che sia quello che effettivamente cerchiamo) si ottiene con costanza, dedizione, impegno e sacrificio, ma di certo non portando al limite il nostro corpo, perché in questa vita è l'unico che abbiamo, e se si rompe....sono dolori.

Quando capita questo, il momento è quello giusto per riflettere su quello che vogliamo effettivamente dalla pratica.

Perchè facciamo yoga?

Per migliorare la salute? Solo per aumentare la flessibilità e la forza?

O piuttosto non sarà per questi motivi ed altri, più importanti ancora, che riguardano la sfera emozionale, uno studio su noi stessi lungo e profondo, per gestire la nostra mente e la nostra reazione a ciò che accade intorno a noi, infortuni inclusi.

Ecco perché gli infortuni, che fanno parte della pratica, ci insegnano tanto su di noi e sui motivi per cui pratichiamo.

Cogliamo l'occasione, quando lo studio fisico degli asana è escluso, per approfondire gli altri aspetti della pratica, come la meditazione o il pranayama, e che invece costituiscono la vera e propria ossatura dello yoga spesso ingiustamente trascurati a beneficio delle posizioni più o meno atletiche o spettacolari.

Come diceva il grande maestro Sri Patthabi Jois. "Lo yoga è una pratica interiore, il resto è solo un circo".

Namaste.


ps: Ah, comunque ora sono guarita...e domani si parte in aereo - seguitemi!


Last week I suffered from the effects of a muscle fatigue, probably due to an intensive asana practice I am working on, asanas that my body still refuses to do.

Suddenly a few small aches and pains appeared around my knees and hips, my body trying to tell me "I've had enough".

Although my ego felt betrayed and defeated, I knew deep inside me that there would have been only one healing attitude for me, the R- word.

Rest.

Oh, well, at least rest from asanas.

Consequently this week I reduced my practice to the essential, that is, meditation, pranayama, very few gentle asanas after a long and deep warm up, until my body healed completely.

I think injuries come with giant teachings.

Injuries teach us we are vulnerable and far from perfect, that the "no pain no gain" mantra you hear in gyms (and unfortunately in a few yoga classes, too) is total bulls**t.

Never push your body to the limit of pain, never push through pain to gain some result, because if you strain and push to the limit that delicate amazing creation that you call body may break.

The result comes with perseverance, dedication, sacrifice, but LOVE for ourselves must be the guide, not ambition or flattery.

When you are deprived of physical practice, you have the chance to ponder the real reasons why you do yoga.

For health? For flexibility and strenght?

Or maybe for all this, and much more - the "more" that falls under the emotional side, a lifelong study about ourselves and the way we react to the world around us, to learn how to handle our mind and to train it to accept the world around us, injuries included.

Injuries may teach us infinite lessons about our practice.

While you can't do asana, you can deepen the other, incredibly important side of the practice, like meditation and pranayama, that happen to be the real and authentic outline of yoga practice.

As Sri Patthabi Joys said. "Yoga is an internal practice. The rest is just a circus".

Namaste


ps: Ah, I'm ok now, and tomorrow we fly - follow me!


 
 
 

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