Come lasciarsi guidare dal proprio sogno e vivere felici.
- Linda Yoga Teacher
- 18 gen 2018
- Tempo di lettura: 4 min

Gli ultimi sono stati mesi di cambiamento.
In relativamente poco tempo, dopo un anno intero di pianificazione, grazie al sostegno del mio compagno, grazie ad un concatenarsi di eventi incredibilmente favorevole, ho finalmente lasciato la mia anonima scrivania in ufficio ed ho aperto il mio bellissimo studio.
Lo so.
Molti di voi a questo punto diranno - eh beata te che hai potuto farlo (lo so, perché mi è capitato di sentirmelo dire), come se quella che ho preso fosse la decisione più semplice del mondo.
Come se non avessi dovuto affrontare giorni di dubbio e sacrificio.
Ho lavorato in ufficio da quando mi sono laureata, ormai circa 15 anni fa, e lavoravo nell'azienda che ho lasciato da ben 10 anni.
Non si può dire che stessi male, che fossi infelice.
Semplicemente, non sapevo che altro avrei potuto fare - da qualche parte nella mia vita mi ero convinta che l'unico lavoro possibile fosse quello impiegatizio, alle dipendenze di un capo (che ho cambiato spesso e che negli anni è stato più o meno difficile da gestire), ma soprattutto che l'unica cosa per cui valesse la pena fare quel tipo di vita era lo stipendio a fine mese.
Negli ultimi 15 anni della mia vita mi sono adattata a questo, credendo che fosse l'unica strada percorribile.
Poi, improvvisamente, negli ultimi anni è successa una cosa.
Ho iniziato a fare yoga.
Ho iniziato prima dalle pratiche più fisiche, poi con il tempo mi sono evoluta, leggendo, informandomi, cercando di capire perché questa disciplina incanta il modo intero da migliaia di anni ed ho approfondito, spostandomi su pratiche più meditative, cercando di capire chi fossi, cercando dentro di me la mia strada.
Nel tempo, pratica dopo pratica, OM dopo OM, tutto è stato più chiaro.
E prima di capire chi ero e chi volevo essere, ho capito chi NON ero e chi NON volevo più essere.
In modo lento ma inesorabile ho capito di essere fuori posto, di non trovarmi più nella mia stessa immagine di dipendente di azienda (tacchi e tailleur), comprare scarpe non mi interessava più, non mi interessava conformarmi a quel tipo di persona, ma non perché ci sia qualcosa di male nel fare shopping e indossare tacchi (beh, nei tacchi c'è molto di male, ma vabbè), ma perché non ero più IO.
Dopo anni di pratica e di autoesame, avevo finalmente capito chi ero, e che cosa volevo essere.
Il mio compagno mi ha visto modificare gradualmente i miei interessi, giungendo finalmente a diventare chi ero in realtà, cosa che lui ha sempre saputo, anche prima che lo capissi io, perché di quando in quando (weekend e vacanze!!) la personalità veniva gioiosamente fuori, per tornare subito a rabbuiarsi negli schemi imposti.
Ho capito finalmente che cosa volevo fare, e dopo due anni di studio, mi sono diplomata insegnante di yoga.
Sono dovuti passare altri tre anni per realizzare il mio sogno, mentre l'ufficio mi stava sempre più stretto, mi sentivo sempre più fuori posto.
Mi ci sentivo perché lo ero.
Ed ora voglio dirvi che cosa mi ha insegnato il primo mese di lavoro indipendente nel mio studio.
1 - non aspetto più il venerdì.
Era il mio obiettivo principale. Non è possibile passare tutta la settimana in attesa che arrivi il weekend, perché quella è una settimana buttata al vento.
2 - mi sveglio (ancora più) contenta.
La prospettiva di trascorrere la giornata a fare qualcosa che ami non ha prezzo.
3 - lavoro il doppio, forse il triplo.
A livello di orario lavoro molto più di prima. Ma è poi in effetti lavoro..?
4 - ho il doppio dei pensieri.
Non stacco mai, ho sempre qualcosa da fare, qualche idea da coltivare per lo studio, e l'impegno che metto nel lavoro è ora il massimo delle mie possibilità. Lo Studio è una seconda casa e tutto ciò che ne riguarda l'attività mi riempie di soddisfazioni.
5 - non mi lamento mai.
6 - sacrificio, sacrificio, sacrificio.
Economico, emotivo, fisico. La fatica è tanta, e si sente a tutti i livelli.
7 - non tutti sono contenti per te e rispettano il tuo lavoro.
Molte persone scompaiono quando il tuo hobby diventa un lavoro e chiedi dei soldi per farlo.
8 - al contrario di quanto credessi, nessuno ha provato a scoraggiarmi.
Lasciando un lavoro a tempo indeterminato mi aspettavo molte critiche e tentativi di scoraggiamento, cosa che non è successa. Almeno da parte delle persone che contano. E coloro che contano per me mi hanno aiutato, e molto.
9 - il cambiamento è nostro amico, e non dobbiamo temerlo.
La pianificazione è importante, ma quello che conta è avere le idee chiare e tenere sempre a mente l'obiettivo, anche quando ci sembra sfumare, anche se qualche occasione può saltare.
10 - ho imparato a non sacrificare l'oggi, pensando al domani.
Una obiezione che mi è stata fatta è: ma non avrai mai la pensione. La pensione? Cioè l'elemosina dopo aver atteso i 70 anni (!!!) seduta ad un tavolo in una stanza chiusa? NO, grazie, non so nemmeno se ci arriverò, e oggi proprio non mi importa.
11 - ho imparato a gestire i dubbi. Tanti.
Manteniamo Mente e Cuore fissi sull'obiettivo
12 - Quello che conta è OGGI, domani non è scontato.
Non abbiate paura di cambiare, non abbiate paura di lavorare ogni giorno al vostro progetto, che sia esso un cambiamento di carriera, di paese, o in generale se quello che fate non vi soddisfa.
Non trascorrete delle brutte giornate pensando "magari domani sarà meglio", perché se la vostra strada è un'altra, domani non sarà meglio, ma sarà sempre peggio.
Non sacrificate l'oggi per il domani.
Coltivate il vostro talento - arricchitelo, informatevi, approfondite.
Investite su voi stessi, tempo e risorse economiche - ne vale sempre la pena.
Abbiate fiducia in voi, nelle vostre idee, perché se non avete fiducia voi, nessuno l'avrà.
Non svendete il vostro tempo al miglior offerente, perché il tempo è limitato, ed è l'unica cosa che non potrete comprare, anche con tutti gli stipendi a fine mese del mondo.
Credeteci, ed accadrà.
Namaste.
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